Piramide Cestia

È l’unico monumento superstite di una serie presente a Roma nel I sec. a.C., quando l’edilizia funeraria fu influenzata dalla moda nata a Roma dopo la conquista dell’Egitto nel 31 a.C.
Caio Cestio, uomo politico romano dispose nel testamento che la costruzione del proprio sepolcro, in forma di piramide avvenisse in 330 giorni. La tomba fu innalzata lungo la via Ostiense
e successivamente inglobata nella cinta muraria della città costruita tra il 272 e il 279 su iniziativa dell’imperatore Aureliano. La struttura, alta 36,40 metri con base quadrata di 29,50 m di lato, è composta di un nucleo in opera cementizia con cortina di mattoni; il rivestimento esterno è costituito da lastre in marmo lunense. L’intervento si è rivolto soprattutto al recupero dei marmi e delle superfici esterne del monumento, per restituire loro l’antico splendore senza però alterare troppo la patina del tempo. Si è quindi proceduto al restauro specialistico del
marmo per la revisione dei prospetti. E’ stato creato un ponteggio a tubo giunto per tutta l’altezza del monumento per permettere ai restauratori di lavorare in sicurezza, mentre per la posa di ancoraggi sommitali e laterali, per fissare funi di sicurezza e consentire gli interventi presso il monumento in oggetto sono stati utilizzati operai “rocciatori”. L’intervento non mira solo al recupero dei marmi e delle superfici esterne del monumento ma anche a sondare il suo interno: da anni, infatti, proseguono indagini attraverso radar e ultrasuoni che hanno evidenziato
la presenza di zone cave che potrebbero celare strutture ancora mai investigate, magari proprio le stanze in cui Caio Cestio Epulone, nei primi anni del I secolo d.C., organizzava banchetti in onore degli dei. La piramide, non era sfuggita ai viaggiatori del “Grand Tour”, che ne avevano colto la bellezza e l’imponente semplicità celebrata in centinaia di incisioni e disegni.



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